La terminologia inglese è stata adottata a livello internazionale per indicare come “nuovo” qualcosa già esistente da millenni: collaborare. Il motivo? Straniero è bello e se suona come nuovo è ancora meglio per venderlo ma cos'è il team building e come fare un team building efficace in modo che non sia solo un'attività ludica fuori porta?
Cos'è il team building? Imparare a collaborare in maniera etica senza prevalere
Al netto di tutte le logiche e le speculazioni commerciali del momento, di fatto altro non è l’antico processo di generazione e di sviluppo di una comunità umana, con la sola specificità di essere orientata ad una attività o ad un fine bene preciso, ovvero quello tipico di un'azienda. Ma se è così antico perché parlarne ancora? Le persone sanno già vivere in comunità, no? Beh, non esattamente.
Nonostante ci si professi da secoli animali sociali, nel momento in cui dobbiamo attivare o far proseguire la nostra esperienza sociale, facciamo emergere tutti i limiti individuali in termini di pensiero e di attività collaborativa. Infatti, non siamo sempre capaci di pensare insieme in modo naturale.
La capacità di pensare insieme e quindi di collaborare, deriva dalla propria impostazione etica, ovvero dalla volontà specifica di impegnarsi nella direzione della generazione di un bene collettivo attraverso l'intelligenza collaborativa di ognuno. Questa impostazione contrasta evidentemente con molta parte degli orientamenti educativi e sociali all’interno dei quali ognuno di noi è costantemente inserito.
Ciò significa che se il nostro modo di pensare viene orientato fin dall’origine all’individualismo, ovvero all’aberrazione dell’individualità, non possiamo realisticamente aspettarci di saper collaborare con gli altri nel momento in cui siamo chiamati a farlo all’interno di una qualsiasi organizzazione.
Educati fin dalla più tenera età ad "avere ragione" anziché ad essere efficaci con le altre persone, non possiamo inventare dal nulla una modalità ed una abilità diametralmente opposta. La prova è facilmente riscontrabile ascoltando una conversazione qualsiasi. Le parti sono molto più concentrate sul sostenere ed imporre la propria tesi personale che a trovare un punto di collaborazione con l’altro.
C’è però un punto di attenzione e di riflessione importante che ci richiama ad una impostazione di scambio tra individui completamente differente: nel mondo attuale dobbiamo necessariamente cambiare visione se vogliamo affrontare tutte le grandi sfide alle quali siamo sottoposti, e apprendere sempre meglio i concetti fondamentali della collaborazione anziché quelli dell'esercizio del potere e della forza.
Per noi esseri umani, le altre persone sono il nostro ambiente primario. Se avremo successo nelle relazioni, avremo cibo, riparo, protezione e figli nostri. Avremo ciò di cui abbiamo bisogno. - Louis Cozolino
Il Team Building è uno strumento formativo, non ludico
Da qui nasce la necessità di creare attività formative differenti, capaci di sviluppare abilità collaborative adeguate. Il team building, se progettato e agito con professionalità e attenzione, può essere un ottimo strumento da inserire all’interno di un buon piano formativo.
Sottolineo ”inserire” in quanto a mio parere un team building non dovrebbe mai essere considerato come un singolo evento a sé stante, come un momento ludico o di disimpegno dalle fatiche aziendali quotidiane. Una buona pianificazione infatti, lo inserisce all’interno di tematiche di comunicazione, di autodisciplina, di organizzazione e di leadership, per rendere maggiormente efficace il messaggio formativo e verificare la capacità pratica acquisita o da acquisire su queste tematiche.
Diversamente rischia di diventare un momento più o meno divertente che finisce con se stesso, un evento che verrà ricordato solo per la sua piacevolezza o, al contrario, per il fastidio procurato, ma che di fatto non sarà stato in grado di produrre nulla di veramente significativo per le persone e per l’azienda.
Chi pubblicizza i diversi team building che possono organizzare, compreso quelli di tipo virtuale, spesso sottolinea il fatto che il team building possa essere utile per fare apprendere dinamiche collaborative alle persone coinvolte, evidenziando che tali eventi possono essere utilizzati in momenti particolari della vita aziendale, come ad esempio una fusione o una ristrutturazione organizzativa, così come un momento celebrativo, o durante una ricorrenza particolare. Sicuramente l’attività può divertire e alleggerire momenti più importanti come quello di una celebrazione, permettendo alle persone di stare bene in compagnia, ma temo nulla più di questo.
Team building, collaborare non solo lavorare
Come sempre è fondamentale capire bene cosa si vuole ottenere. Se il vero obiettivo è l’apprendimento di competenze concrete da utilizzare sul lavoro, non si può prescindere dall’inserimento di questa attività molto utile all’interno di un chiaro programma formativo, e per questo dovrebbe sempre essere coinvolto il formatore o i formatori che stanno realizzando il progetto nel suo complesso. Anche senza la partecipazione diretta, infatti, dovrebbe coordinare i contenuti e sintetizzarne i risultati. Lavoro certamente impegnativo ma fondamentale, che non dovrebbe mai essere lasciato al caso, ma governato attivamente e attentamente da professionisti capaci.
Una distinzione fondamentale da portare all’attenzione dei partecipanti, al fine di ottenere risultati apprezzabili nel tempo, è quella tra lavorare insieme e collaborare, un fraintendimento o una sovrapposizione molto frequente, che rischia di orientare male molte risorse personali e collettive, ma soprattutto di non otterrà un risultato importante di tutto il progetto formativo. Lavorare insieme significa occupare gli stessi spazi e strumenti; collaborare significa mettere in comune le proprie abilità e le personali caratteristiche rispettando quelle degli altri.
Il livello di efficacia della collaborazione è dato dalla qualità degli scambi di idee e di attività tra i singoli componenti del gruppo, dalla capacità di sfruttare al meglio e positivamente ogni modello di pensiero apportato dalle singole persone.
La formazione che discende o che confluisce nel team building deve pertanto privilegiare i meccanismi di interazione e di condivisione tra le parti.
Claudio Casiraghi